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Il territorio

Civitanova Marche

Non solo mare, spiaggia, bellissimo lungomare rinnovato, ma una città vera e propria! Quarantamila abitanti per un luogo d’importanza storica e culturale senza eguali…

E’ la tipica città marchigiana che attrae il turista per la sua completezza e variegata possibilità di proposte; mare e cultura, specie nella città alta, si fondono in un insieme unico.

Le attività principali: turismo balneare, calzatura, attività peschereccia.

Anticamente c’erano due paesi: Cluana, la città preromana, che si trovava lungo la foce del fiume Cluentum, Chienti, mentre Cluentum Vicus (l’attuale Civitanova Alta) si trova sul colle poco lontano (mt.155).

A Civitanova centro bellissima è la Piazza XX Settembre, dove ha sede il Palazzo Comunale; qui si svolgono in diversi periodi dell’anno svariate manifestazioni; dai mercatini natalizi alle coinvolgenti serate musicali estive, che richiamano turisti, residenti e non.

Civitanova Alta, (centro storico) patria del poeta Annibal Caro, è l’antico centro urbano; preserva una cinta muraria del Quattrocento ancora intatta. Da visitare Piazza della Libertà, dove si affaccia il Palazzo della Delegazione Comunale, il Palazzo Ducale, la Pinacoteca Comunale, l’ex chiesa di San Francesco con il bellissimo portale del quattrocento, e la chiesa di San Paolo.

Per quanto riguarda i musei: il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari e il Museo del Trotto. Da ricordare inoltre, Villa Conti in stile Liberty e Villa Eugenia di epoca napoleonica.

Nei secoli Civitanova conosce varie dominazioni come gli Sforza da Milano e i Cesarini di Roma, di conseguenza inevitabili trasformazioni anche nell’assetto urbano. Si apre al commercio, favorevole la posizione riguardo alle strade e alla via del mare che intensifica così l’attività della pesca conoscendo un notevole sviluppo economico. Nascono esigenze diverse che portano alla scissione delle due comunità: Civitanova Alta e Portocivitanova.

Dal 1938 le due città sono diventate un unico comune Civitanova Marche.

Il patrono è San Marone, primo martire del Piceno, la chiesa che porta il suo nome di impianto romanico, fu eretta sul luogo del martirio. Le spoglie del Santo vengono portate in processione via mare; migliaia di fedeli giungono al molo per l’occasione.

Suggestiva è pure la rievocazione storica del “Vattagliò”, quando il Duca Cesarini nel XV sec. aveva istituito in città una gara di destrezze a cavallo tra gli abitanti del posto.

Porto San Giorgio

Il turista non potrà far a meno di includere nel suo itinerario la bellezza di questa “citta monumento”, Porto san Giorgio; caratteristica tipica di molte città marchigiane che aggiungono oltre che al sole, al mare, alla calda accoglienza, un’ampia offerta ricettiva.

Località balneare, 17.000 abitanti, porto turistico fra i più moderni e attrezzati, fregiata dalla bandiera blu.

La città ha una sua storia da raccontare; in origine era un villaggio di pescatori, legata per secoli a Fermo, dove ne ha costituito lo sbocco sul mare. Testimonianze dell’antico porto navale si trovano presso l’antica pieve di Santa Maria a Mare nel territorio di Marina Palmense; doveva essere collegato alla città di Firmum Picenum mediante la strada Pompeiana.

Eretta a fortezza, per difendersi dai pirati turchi, la città prese il nome di Castel San Giorgio. Nel 1164 è annoverata tra le proprietà del capitolo fermano fino al 1267,quando venne ceduto definitivamente al comune di Fermo. Il trattato del 1260 pose fini ai contrasti tra Fermo e Venezia, favorendo lo sviluppo mercantile grazie anche alla presenza dei podestà veneziani.

La vita culturale e sociale del posto è molto attiva, con una nutrita rassegna di iniziative letterarie, artistiche, musicali.

La fiera di San Giorgio che si svolge come ogni anno a cavallo del mese di aprile in onore dei festeggiamenti dedicati al Santo, portano nella cittadina migliaia di persone da ogni dove. A luglio si svolge anche il festival del Doge, cerimonia in costume a ricordare le navi giunte da Venezia a imbarcare il podestà di Fermo.

Si possono visitare nella centrale Piazza san Giorgio, la Fontana della Democrazia del sec. XIX, come pure la Chiesa di San Giorgio, dove all’interno si trova la copia del polittico del Crivelli, le Chiese delle Anime Sante, del Crocifisso, del SS.Rosario, il Rione Castello, le splendide mura medievali, le bellissime ville in stile liberty che si affacciano sul lungomare.

Da non perdere la Rocca Tiepolo; il nome deriva da Lorenzo Tiepolo, podestà di Fermo e futuro doge di Venezia, che ridiede impulso alla città e trasformò il porto in uno scalo attrezzato e munito militarmente costruendo la rocca. Un affascinante edificio fortificato risalente al 1267, realizzato per volere del governatore di Fermo dotata di un imponente mastio centrale, a difesa del porto e dei borghi del litorale dalle incursioni saracene, oggi utilizzata come teatro all’aperto.

Da vedere anche Villa Bonaparte, commissionata da Girolamo Bonaparte in occasione del suo soggiorno in città, tra il 1829 e il 1832, ma attualmente di proprietà della famiglia Pelagallo. Costruita su progetto di Ireneo Aleandri, in stile neoclassico, immersa nel verde lussureggiante di un ampio giardino.

Protagonista della vita culturale di Porto San Giorgio è il Teatro, realizzato nel 1815-1816 su un progetto dell’architetto Giuseppe Lucatelli da Tolentino, poi inaugurato nel 1817.

Manifestazione a carattere gastronomico la “Festa del Mare” che si svolge a fine luglio o “Festa della Padella Gigante dell’Adriatico”, dove vengono fritti quintali di calamaretti in un padella di 5 metri diametro e utilizzati quindici quintali di olio per ogni friggitura.

Porto Sant’Elpidio

Città a forte impronta industriale; imprese calzaturiere, spacci aziendali, outlet incrementati negli ultimi anni, come pure nuove attività commerciali, negozi e supermercati, tutti oggi facilmente raggiungibili grazie alla nuova uscita autostradale inaugurata nell’estate 2011.

Si presenta così agli occhi dei turisti Porto Sant’Elpidio, città all’avanguardia sia nel settore economico industriale, che in quello turistico-balneare, che grazie alla vantaggiosa offerta ricettiva, il lungomare collegato da nord a sud con pista ciclabile, parchi gioco per bambini, arricchisce il panorama della nuova provincia fermana. Da sempre è famosa la Pineta a Porto Sant’Elpidio, è frequentatissima da gente di tutte le età, per camminate a piedi, praticare jogging, passeggiate in bicicletta, giocare a carte; in estate soprattutto, è l’ideale per la sosta e il relax nelle ore più calde della giornata. Inoltre è anche “centro di aggregazione”, difatti si ritrovano anche in inverno anziani e amanti del gioco delle bocce per qualche ora in compagnia.

Offre 8 km di spiaggia, con i suoi 25.000 abitanti è comune indipendente dal 1951, il più giovane della ex provincia ascolana, da quando si divide dalla città di Sant’Elpidio a Mare. Sembra avere origini antiche con ritrovamenti risalenti al IX sec. a.C.

Nei secoli seguenti la città fu importante per la presenza del porto e delle attività commerciali legate ad esso, ma successivamente si dette spazio a nuove vie di comunicazione. Del vecchio borgo marinaro restano alcune casette nell’attuale centro urbano. Nelle vicinanze della piazza da vedere è la Torre dell’Orologio, eretta nel XVI sec. a difesa contro le incursioni dei Turchi e dei pirati.

Bellissimo è il teatro delle Api (l’ape è il simbolo dell’operosità elpidiense, presente anche nello stemma del paese, come pure il mare, una barca e il sole), recentemente ristrutturato.

Del XV sec. è la chiesa di Maria Santissima Dell’Annunziata. La chiesa di S.ta Maria Addolorata conserva al suo interno una preziosa statua della Vergine, veneratissima dalla popolazione locale. Il 15 settembre, si festeggia la Madonna dell’Addolorata.

Vanno ricordate dimore signorili come Villa Barrucchello costruita nella seconda metà del settecento, e Villa Murri del 1800.

Una grande Kermesse ospitata a Porto Sant’Elpidio è il Festival Internazionale di Teatro per Ragazzi che si svolge in Pineta nella seconda metà di Luglio. Si tratta di una dieci giorni che occupa la giornata dei ragazzi dalle nove del mattino fino a tarda sera, dove oltre che assistere a generi diversi di spettacoli possono loro stessi cimentarsi in laboratori che riguardano le diverse attività teatrali, e una giuria composta da ragazzi decreta lo spettacolo di maggior gradimento.

“Lu premiu de lu cazolà” è una interessante manifestazione a ricordare il caratteristico mestiere del calzolaio e le sue molteplici attività, oggi gran parte sostituite dai macchinari industriali. Il 25 ottobre si festeggia San Crispino, patrono della calzatura; accanto alle celebrazioni religiose, una grande fiera chiude i festeggiamenti patronali.